Negli ultimi anni sono state apportate diverse modifiche ai contraccettivi orali combinati (COC), con lo scopo principale di incrementarne l’aderenza terapeutica e individuare soluzioni alternative per differenti tipologie di paziente.
Nonostante questo, da una recente analisi ISTAT, si evince che l’Italia registra un tasso di utilizzo di qualsiasi metodo contraccettivo in linea con la maggior parte dei paesi europei presi in considerazione, a discapito dei moderni metodi di contraccezione, tra cui la pillola, dove invece l’Italia è nella parte più bassa della graduatoria. Un’ulteriore indagine svolta dalla SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), conferma gli stessi risultati. L’indagine ha infatti messo in evidenza come, la contraccezione ormonale orale, viene scelta solo dal 16,2% delle donne, un dato fra i più bassi in Europa (la media europea è pari a 21,4%) che presenta marcate differenze regionali (al primo posto, ben al di sopra della media nazionale, si trova la Sardegna, seguita dalle regioni settentrionali ad eccezione del Veneto).
Tra le cause principali vi è la scarsa aderenza al trattamento che interessa anche i Paesi a maggior tasso di utilizzo della pillola anticoncezionale. Oltre 50 milioni di donne in tutto il mondo che assumono COC, ne interrompe l’uso entro il primo anno. Uno dei motivi che influisce maggiormente sulla scarsa aderenza nell’utilizzo dei COC è dovuta all’insorgenza degli effetti indesiderati minori legati alla dose di estrogeno e al tipo di progestinico contenuti nelle varie formulazioni, come ad esempio: tensione mammaria, ritenzione idrica, alterazione del tono dell’umore e cefalea.
Applicare delle strategie per limitare il drop-out delle pazienti potrebbe essere fondamentale, soprattutto nei casi di utilizzo terapeutico dei COC e possono essere messe in atto differenti soluzioni che vanno dal pratico al teorico.
Diversi studi hanno evidenziato il fatto che i contraccettivi orali influenzano lo stato nutrizionale delle donne modificando le cinetiche di assorbimento e metabolismo di particolari vitamine e minerali. Gran parte della letteratura ha dimostrato che in effetti le donne che usano la pillola contraccettiva vanno incontro a stati carenziali nutritivi e significativi che possono essere facilmente compensati attraverso una supplementazione adeguata.
Infine, una strategia aggiuntiva potrebbe essere quella di focalizzarsi sulla paziente per implementare strategie di miglioramento basate su una migliore comunicazione medico-paziente, nonché all’educazione/informazione costruita ad hoc per la paziente stessa.